La Maremma Toscana del Tartuchino

La Maremma Toscana del Tartuchino

Tuffato nella bellezza della Maremma toscana interna, il podere Tartuchino, in cima ad una collina, domina una  campagna punteggiata da oliveti, boschi e campi seminati: lo sguardo può spaziare dall’Argentario alla montagna.

Il Podere si chiama Tartuchino perché la zona è molto amata dalle tartarughe, che hanno sempre trovato qui un habitat favorevole: le incontriamo spesso, mentre esplorano la macchia o attraversano, lente e  ardimentose, una strada.

 

I dintorni del Tartuchino

Nei dintorni ci sono borghi medievali dove passeggiare in atmosfere d’altri tempi e acquistare i prodotti artigianali, alimentari o di oggettistica. Sei dei borghi elencati tra i Borghi più Belli d’Italia sono nella Maremma Toscana grossetana  (Pitigliano, Sovana, Santa Fiora, Montemerano, Giglio Castello, Porto Ercole) (http://borghipiubelliditalia.it/. Personalmente, aggiungerei Rocchette di Fazio.

Cinque artisti, innamorati della Maremma, hanno deciso di creare dei parchi a tema, visitabili.

La natura

Il cielo che possiamo ammirare oggi, non patisce  inquinamento luminoso: è lo stesso cielo che contemplavano gli abitanti della fattoria etrusca ritrovata a poche centinaia di metri da qui. Forse anche loro sedevano all’aperto a rimirare le stelle e ascoltare il concerto delle rane o i richiami degli animali selvatici. Qui, passeggiando per i sentieri, capita di incontrare lepri, caprioli, cinghiali, volpi, istrici, tassi, donnole e varie specie di uccelli. Ci sono stati felici progetti di reintroduzione di uccelli che erano spariti dalla zona, come il Nibbio Reale e il Capovaccaio. E’ stata anche segnalata la presenza del lupo nel territorio, ma avvistarlo è estremamente raro.

Per gli amanti del trekking,  ottime guide possono accompagnare nelle passeggiate e illustrare  le meraviglie della flora e della fauna, oltre che raccontare storie e leggende legate al nostro territorio. Se invece siete  appassionati di  bicicletta, date un’occhiata a  questo link: https://www.fiabgrosseto.it/images/pdf/15-Roccalbegna-Semproniano.pdf .

Nei dintorni, si possono visitare riserve e parchi naturali del WWF con differenti ecosistemi, dalla laguna alla montagna.

A volte è bello semplicemente impigrirsi e  rilassarsi, anche in pieno inverno,  nel tepore delle acque sulfuree delle Terme di Saturnia. Col freddo, la nebbia si alza, avvolgendo la costruzione del vecchio mulino e creando un paesaggio molto suggestivo attorno alle Cascatelle del Gorello, formate dalla sorgente sulfurea che si trova all’interno dello stabilimento termale.


La storia

Per secoli,  i contadini, alle dipendenze delle famiglie di latifondisti, hanno continuato a coltivare queste terre difficili da domare: la natura qui è fiera, diversa dalla campagna adagiata lungo la costa.

Queste colline avevano però il pregio di non essere afflitte dalla malaria e, dopo la riforma agraria che eliminò il latifondo, l’Ente Maremma assegnò ai contadini case e terreni da coltivare. Lo schema architettonico di questi poderi, costruiti negli anni ’50, si ripete,  e se ne possono vedere esempi nelle vicinanze.

La densità delle costruzioni è comunque bassa e la vocazione agricola è rimasta: questo ha permesso la conservazione dell’ambiente e il mantenimento dei ritmi dettati dalla natura.